LA (POMPOSA) TITOLATURA DI CRISALIDE III
- Alfredo Cremonese
- 13 mag 2021
- Tempo di lettura: 2 min

Nelle primissime pagine de “La città delle api - il Cucurbitario dell’Intimanno” spicca per originalità la titolatura della Sorella Maggiore di Galawin (questo è il maggior epiteto della regina più importante dell’Alveare) Crisalide III [Fiordaliso V].
Cosa recita questa benedetta titolatura?:
“Ecco, stuolo di figlie d’oro, ecco la Sorella Maggiore di Galawin: Crisalide III [Fiordaliso V]... Sovrintendente delle Sei Sfere Cosmiche, Bottinatrice dei Cinque Alberi della Vita, Ninfa Titolare dei Quattro Ordini della Corteccia, Sacerdotessa dei Tre Ordini delle Lune Spettrali; Regina del Mondo Reale e del Mondo Riflesso; Immagine Incarnata di Arnia.”
La (troppo) complessa titolatura di Crisalide fu ideata da un fuco, un maschio dell’ape; tale Stelocurvo, grande intellettuale ed architetto sotto il regno di Palma II. Sebbene la paternità sia stata in parte attribuita anche al collega Dondolo - ed in effetti poi i due vennero seppelliti assieme nel Cucurbitario - Stelocurvo ne rimane l’artefice indiscusso. Documenti risalenti a quel periodo, e anche posteriori, rinvenuti nella Grande Vespateca, gettano luce non solo sul fatto che la Dolce Sacerdotessa Bianca dell’epoca (tale Khaja) falsificò il lascito testamentario di Dondolo, arrogando allo stesso la finta collaborazione con Stelocurvo, il tutto per depistare i suoi attriti con quest’ultimo, ma anche come la titolatura elaborata per la regina di Galawin (qualunque regina) fosse ancora più complessa di come ci è stata tramandata.
Una titolatura un po' troppo complessa, a dire il vero. Forse fu questo il motivo per il quale Khaja decise di ridurla, in quanto, come tramandatoci da “Le Cronache di Arnia”, “non [vorr]ai per Te, Figlia mia, ciò che io desidero [per] Me” - [XII Covone, Goccia IV, Riga VI].
L’attribuzione alla Sorella Maggiore di Titoli spettanti alla dea Arnia avrebbe avuto il senso di un’apostasia. Per ridurre il pericolo che la punizione cadesse sulla testa di Palma II, che all’epoca era stata (e lo fu anche successivamente) la più grande fra le sovrane di Galawin, i fuchi Stelocurvo e Dondolo vennero seppelliti vivi in due gusci di noce! E pare siano stati anche contenti di patire questo supplizio!

Il Cucurbitario dell'Intimanno, distrutto da Bua nel primo libro de "La Città delle Api"... un' enorme tomba per la regina Palma II ricavata in una zucca!
Naturalmente Khaja aveva tramato contro di loro, sobillata dall’Arniatrice Suprema, tale Lya, la quale era sempre più in imbarazzo innanzi alla genialità, all’acume ed alle capacità di progettazione di Stelocurvo, colpito da una autentica damnatio memoriae. Certo, la titolatura della regina doveva essere assai più complessa ed articolata di come è giunta ai giorni nostri, ma doveva anche contenere degli elementi tanto innovativi quanto inquietanti. Se infatti l’organizzazione dell’Alveare principale richiamava quella di una “ierocrazia” piuttosto che una “teocrazia”, probabilmente Khaja aveva intuito che Palma II stava per ribaltare tutto nella seconda ai danni della prima. La teocrazia si stava insomma affermando come modello principale, in virtù del quale la regina non sarebbe più stata la Figlia di Arnia, ma… si sarebbe trasformata in Arnia stessa.
Khaja ebbe la prontezza di riflessi di accogliere questa bordata deviandone semplicemente il corso in proprio favore. Così sarebbe giunto al termine il periodo Classico della civiltà delle api, con una nuova affermazione del dominio della classe sacerdotale.
Quanto al titolo in esame, esso merita un ulteriore approfondimento che verrà fornito nei successivi articoli.
Stay tuned!
LA CITTÀ DELLE API - IL CUCURBITARIO DELL'INTIMANNO
Bertoni editore
Alfredo Cremonese
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