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La Sala del Trono del Girasole

  • Immagine del redattore: Alfredo Cremonese
    Alfredo Cremonese
  • 12 gen 2021
  • Tempo di lettura: 2 min


Nella narrazione de "La Città delle Api", ricorre la descrizione della Sala del Trono del Girasole. Inserita nel contesto dell'Aula Regia, la Sala del Trono del Girasole è un esempio della diacronia architettonica della valle di Galawin. La Sala è davvero imponente; secondo le rilevazioni ottenute da Soraya (Arniatrice Suprema all'epoca di Crisalide III) la struttura misura circa 666 snab per lato, con 6 lati di base a formare un esagono e la forma tridimensionale di un dodecaedro, rimandante alla geometria sacra delle api.

Si tratta di una sala ipostila costruita in mattoncini di cera e polline bottinato da tutte le piante di Galawin. Un'opera caratterizzante lo sfarzo ed il potere regale, del quale la Sala è il sancta sanctorum.

La struttura principale venne edificata dalle regine Bytia ed Ambrosia, i cui graffiti patronimici ed araldici sono ancora oggi visibili lungo tutto il percorso del registro inferiore. All'epoca la Sala era poco più grande di un cofanetto portagioie, decorato all'esterno con tessere musive policrome, e privo di finestre. Le successive regine, in particolare Azalea I e la stessa, tremenda Rujac provvidero ad ampliarla, conferendole quell'aria di imponenza tipica delle aule del preclassico.

Rujac, in particolare, pose sopra il Trono del Girasole una volta composta da 6 esagoni con stalattiti in forma di incensieri, che ricordavano l'addome di Amigdala, regina delle formiche, e protomi in forma di testa di calabrone, dalle quali si dipartono 6 costoloni a mo' di zampe.

Le finestre con aladapature (decorazioni ad ali d'ape) policrome, nei colori del rosso, del blu e del verde, furono scavate nei muri perimetrali dalle regine Palma II e Palma III, a voler rafforzare l'idea di un nuovo risveglio dopo il Lugubrione di Rujac. La somma additiva dei 3 colori - il bianco - conferisce alla Sala una maggiore ariosità e la ricollega al ruolo della Dolce Sacerdotessa Bianca, in un periodo nel quale il potere sacerdotale andava riemergendo.

Il Trono del Girasole, nucleo dell'intera composizione, è costituito da un bellissimo esemplare di Helianthus Annuus, attorcigliato attorno al tronco dell'albero Borthol. Il Girasole, curato e potato dalle sacerdotesse dei Tre Ordini delle Lune Spettrali, presenta 36 petali ed i semi disposti secondo le sequenze numeriche di Fibonacci. Il suo polline può essere bottinato solo dalla regina Sorella Maggiore dell'Alveare principale, e dagli ospiti che di volta in volta vengono invitati a prendere parte a questo onore.

La Sala, mai distrutta (a parte forse da Bua un paio di volte) ma edificata e rimaneggiata continuamente, presenta addirittura frammenti delle Cronache di Arnia impressi ad encausto sulle pareti, in inchiostri rosso, blu e verde. Si tratta della manifestazione della cultura, dell'opulenza e del senso di continuità della api, instancabili lavoratrici.


Dal romanzo:

LA CITTÀ DELLE API

IL CUCURBITARIO DELL'INTIMANNO

by Cremonese Alfredo

Bertoni editore


Stay tuned!


 
 
 

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